Chi sono i Giovanissimi di AC secondo il Progetto Giovani
Consideriamo giovanissimi quanti hanno un'età compresa tra i 14 e i 17 anni. Questi limiti cronologici qualificano i giovanissimi come adolescenti, persone in crescita che vivono in una fase di transizione dalla fanciullezza alla giovinezza e all'età adulta. Il periodo dell'adolescenza rappresenta un crocevia obbligato nella vita della persona, una passaggio irrinunciabile da cogliere nella sua specificità, tenendo conto della mobilità storica dei confini generazionali con le precocità e i ritardi che questa comporta, senza limitarsi a definire l'adolescente in termini negativi: non è più un ragazzo, non è ancora un giovane. (Progetto Giovani, pag 85)
Un'AC a misura di giovanissimi è allora disponibile ad un rapporto di amicizia significativo e gratuito, capace di condividere la fatica e la gioia dei giovanissimi nel cammino dall'identificazione all'identità, dall'indifferenza o rifiuto per cose e persone fino alla scoperta del loro significato e valore; un'amicizia che si fa condivisione soprattutto perché i desideri si trasformino in progetti e i giovanissimi scoprano la libertà e la dignità dell'essere figli di Dio. (Progetto Giovani, pag 102)
Visita al monastero di Sales
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- Categoria principale: Azione Cattolica
- Pubblicato Mercoledì, 15 Febbraio 2012 22:38
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Non sapevamo ancora bene cosa ci aspettava. Gli educatori ci avevano solo detto che si trattava di una sorpresa, tanto che ci diedero appuntamento in Parrocchia alle tre di un freddo sabato pomeriggio. Orario particolare considerato che, solitamente, la riunione giovanissimi - la nostra riunione - ha sempre inizio intorno alle diciotto, prima della classica passeggiata sul corso reggino. Ma tutto aveva un motivo. Quel sabato, di lì a poco, si sarebbe rivelato davvero speciale. Ci siamo, infatti, incontrati per recarci in un posto silenzioso, forse avvolto un po' dal mistero. Stiamo parlando del Monastero di ordine claustrale della Visitazione, eretto ormai da qualche anno presso le campagne di Ortì, piccolo centro posto sulle colline di Reggio Calabria.
L'emozione era palpabile per noi giovanissimi di Azione Cattolica. Per quasi tutti noi, educatori compresi, era la prima volta che entravamo in un convento e non sapevamo cosa ci potesse attendere, se non una testimonianza di fraternità e devozione al Vangelo. Giunti in questo luogo sacro, fatto di pietra, quasi a voler ricordare antichi tempi, ed accompagnati dall'aria pungente, ci siamo subito accorti della diversa atmosfera che lì si respirava, atmosfera di pace, silenzio e tranquillità. Gli educatori avevano già avvisato del nostro arrivo, cosicché appena dentro il Monastero, ci ha accolto una suora dal tipico abito accollato stile francese, che rispecchiava pienamente le caratteristiche di quel luogo. Noi, curiosi, e forse all'inizio anche un po' intimoriti, abbiamo iniziato ad instaurare con Suor Maria Amata, che dialogava con noi separata da una grata, una relazione sempre più intima e profonda. Abbiamo potuto avvertire e percepire la sua serenità, la pace interiore, la forza della preghiera che questa nutriva mentre rispondeva ai nostri perché.
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