Riunione Giovanissimi sui fatti di Rosarno

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giovanissimi_riunioneSolo qualche giorno fa, nei notiziari televisivi, sulle testate giornalistiche e anche sul web, è stata diffusa e riportata la drammatica vicenda verificatasi a Rosarno. La rivolta degli immigrati, generata non solo dalle precarie condizioni in cui questi ultimi erano costretti a vivere, ma anche dalle tante provocazioni di cui sono stati vittime, ha attirato l’attenzione del mondo intero.

Noi giovanissimi, al corrente dei fatti, abbiamo voluto, durante l’ultima riunione, confrontarci ed esprimere le nostre opinioni ed i nostri pensieri su quanto  è accaduto.  I nostri responsabili, dopo averci fornito dei video - tratti da You Tube e Sky TG24 - e degli articoli di giornali tra i più letti in Italia, ci hanno lasciati liberi di analizzare la situazione, secondo il nostro punto di vista . Divisi in tre sottogruppi, abbiamo potuto esprimere le nostre idee, certamente anche con pareri contrastanti. Diverse sono state, infatti, le opinioni in comune ma, altrettante, quelle divergenti! Ci siamo trovati tutti d’ accordo sul fatto che troppe persone in Italia, soprattutto straniere, vivono ancora oggi in condizioni di miseria, tutt’altro che dignitose. Consideriamo  tutto questo inaccettabile e contrario a ciò che dovrebbe accadere in un paese civile. Ogni uomo ha il diritto di essere trattato con rispetto a prescindere dal colore della pelle. Bianco, nero o giallo che sia!

Tuttavia, al di là di questo punto condiviso, da un lato, molti di noi ritengono comprensibile la rivolta anche se energica ed aggressiva; molti altri, invece, hanno criticato il modo rabbioso ed incontrollato attraverso cui sono state rivendicati dei diritti, comunque da riconoscere. La violenza, infatti, non produce altro che violenza. Andando a ritroso, dopo aver analizzato i giorni della rivolta, abbiamo affrontato una delle ragioni fondamentali che hanno scatenato il caos nel piccolo centro della costa tirrenica. Ovvero la qualità del loro lavoro, o per meglio dire, lo sfruttamento e gli abusi a cui queste persone sono state costrette! Abbiamo riflettuto sul fatto che noi, giovani italiani, probabilmente non avremmo mai accettato di svolgere un lavoro così umile, così poco retribuito, tanto da rendere miserabili le condizioni di vita.  Infine, al termine del lavoro svolto nelle tre commissioni, ci siamo ritrovati tutti insieme in assemblea, ed un ragazzo per ogni sottogruppo ha riassunto le opinioni dei rispettivi compagni, per trarre le conclusioni di questa importante riunione. Don Sasà, presente insieme a noi in via del tutto eccezionale, ha poi espresso opinioni concordanti con le idee di molti di noi ed ha aggiunto, ovviamente, considerazioni ed aneddoti personali che ci hanno fornito diversi spunti di riflessione. Il nostro caro Parroco ha, inoltre, chiesto a tutti noi di meditare su due problemi strettamente correlati alla vicenda di Rosarno: la povertà e la mafia. Nella prima parola abbiamo trovato l’ immagine chiave che collega proprio la rivolta degli immigrati con un’altra grande tragedia dei nostri giorni: la strage di Haiti. E’ la povertà, infatti, che spinge così tante persone ad approdare nel nostro paese, con la speranza di avere una vita migliore. Per quanto riguarda il secondo problema, attraverso le parole di Don Sasà, abbiamo capito che non è solo la mafia, intesa come organizzazione criminale, ad aver avuto un ruolo da protagonista a Rosarno. Ma la mentalità mafiosa, che come un virus sta contagiando il nostro paese, ha una bella fetta di responsabilità in questa storia. Il mafioso, difatti, non è soltanto colui che minaccia o uccide, armato di kalashnikov, ma anche chi, ahinoi, si fa raccomandare all’ università, magari non meritando una laurea con lode , o chi, essendo sazio, non pensa due volte prima di cestinare gli avanzi del proprio pranzo o della cena, o ancora chi, rimane indifferente dinanzi a quei problemi che dovrebbero suscitare indignazione e denuncia! Questa sera, da giovani cristiani, possiamo dire con convinzione di prendere le distanze da questi atteggiamenti, possiamo affermare di voler provare a cambiare qualcosa in questo mondo, anche solo con semplicità nella vita quotidiana, imparando magari, a vivere ancora meglio il nostro rapporto con il prossimo, soprattutto se diverso. All’insegna dell’amore e della carità.

 

Giuseppe Basile e Giuseppe  Sottilotta

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