luceIl gruppo  “FIGLI NELLA LUCE” è  formato da mamme che hanno perso un figlio.

Ha una matrice religiosa, ma è anche aperto a tutte le donne di qualsiasi provenienza che si trovano nelle stesse condizioni.

Il gruppo rappresenta per tante mamme una sorta di ancora di salvezza per non piombare nel vortice della depressione che può scaturire da un lutto così grave e  anche per non cadere vittime di persone senza scrupoli (cartomanti…santoni di turno…) che sfruttano la debolezza di tanti genitori illudendoli di poterli mettere in contatto coi loro figli.

Ogni ultimo mercoledì del mese si celebra una Messa per tutti i figli nella luce nella chiesa della Candelora.

Il Gruppo si riunisce tutti i Lunedì in Via Florio 19 - Reggio Calabria Per qualsiasi informazione rivolgersi ad AURORA D. Tel. 348 4931719 o a Natalina 347 4129482  oppure contattarli Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

 


Il dolore per la perdita di un figlio è il più atroce che possa capitare ad un genitore, fa morire dentro, tutto si ferma a quel giorno, a quell’ora, a quel minuto.

 

Solo chi ha vissuto questa tragica esperienza può mettere in luce quanto sia straziante sentirsi strappare “la carne della propria carne”.

Il lamento accorato di Davide per la morte del figlio interpreta l’immenso dolore provato da tanti genitori:

Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra e pianse; diceva in lacrime: “Figlio mio! Assalonne figlio mio, Figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!”. 2Sam 19,1.

Sorgono mille perché e la vita perde ogni significato.

Non sempre si è in grado di esprimere ciò che si prova, si ha paura di diventare monotematici, di essere giudicati e non sempre si trovano anche le parole per far capire da quali sentimenti ti senti travolto: diniego, rabbia, senso di abbandono, solitudine, ribellione, sensi di colpa… La sensazione è quella di vivere al di fuori di te, sospesa in qualcosa che riesci a concretizzare solo con l’espressione “Perché mio figlio?”

Il dolore spesso diventa anche fisico, ci si sente prive di forze, fa male lo stomaco, la testa, ti senti sospesa in una realtà che non ti appartiene, le tue certezze crollano improvvisamente. Ti senti un computer a cui è stata strappata l’alimentazione, hai perso tutti i dati, non ti riconosci più, non sai più chi sei. Così ci si rannicchia in un angolo con la sensazione di essere stata violentata dalla vita, ci si sente amputati nello spirito e nel corpo, NON HAI Più TUO FIGLIO, l’oggetto del tuo amore. E così incominci a pensarlo e a ripensarlo… a quando l’hai avuto dentro di te, a quando lo hai sognato per nove mesi, hai immaginato il suo volto, già amato senza conoscerlo. Ti ricordi le speranze, le preoccupazioni che avevi, quando si muoveva nel tuo grembo è già piangevi di gioia. Ti ricordi di quando è nato, di quando l’hai stretto al tuo petto con gli occhi colmi di lacrime pensando di essere stata in grado di mettere al mondo una “meraviglia”, di quando ha balbettato le prime parole, di quando ha mosso i primi passi, di quando hai asciugato le sue lacrime, di quando lo accompagnavi a scuola, di quando lo ascoltavi e si interrogava sui perché della vita, di quando ti raccontava del suo primo amore, di quando lo rimproveravi sicura che avrebbe capito … e poi pensi a quel maledetto tragico giorno, quando qualcuno con imbarazzo ti disse ciò che mai avresti voluto ascoltare.

Pensi e ripensi al suo corpo senza più espressione e vita, alla sua immobilità e vorresti che la terra si aprisse e ti ingoiasse nella sua oscurità. Ed è così che con tutti questi pensieri ti senti inutile, retaggio solo del tuo passato, senza più futuro, incapace di vivere, di amare, ti senti di non aver più niente da poter dare, ti senti un sacco svuotato, percepisci il tuo corpo pesante, ti trascini senza voglia, il futuro non ti appartiene più, non hai più speranze, le hai seppellite quel giorno insieme a tuo figlio.

Non sempre si è in grado di esprimere a parenti ed amici tutto ciò, anzi spesso “gli altri” pensano che solo all’interno della famiglia sia possibile “risolvere” le problematiche della morte di un figlio… si pensa che gli altri figli, quelli superstiti, ti possano aiutare, te lo senti dire da tutti, ma - credeteci - questo è un luogo comune, non sempre è così. Molte volte ci si sente estranei, incapaci di comprendere il dolore degli altri componenti della tua famiglia; l’incapacità di amare anche gli altri tuoi figli prende sempre più piede e questo è uno dei risvolti più tragici che può succedere quando un figlio muore: ognuno si chiude nel proprio riccio, nei propri silenzi, le famiglie così si sgretolano e si vive per inerzia, gli amici nel tempo ti abbandonano stanchi del tuo modo “nuovo” di essere e ognuno va per la sua strada.

Ma dove trovare la forza per riuscire a superare tutto ciò? Per aprirsi al futuro e non imprigionarsi nel passato in quel tragico momento?

E, soprattutto, chi può offrire in questi casi un aiuto vero?
Chi può veramente capire che cosa significhi perdere un figlio?

Un sistema di supporto estremamente valido è rappresentato dai cosiddetti gruppo di mutuo-aiuto, formati da persone che hanno sofferto lo stesso lutto e che si ritrovano settimanalmente o mensilmente per scambiarsi le reciproche esperienze, per infondersi coraggio e creare una rete di mutuo sostegno sia dentro che fuori il gruppo.

Per questo e  per dare risposta a tante altre domande nasce a Reggio Calabria “FIGLI NELLA LUCE”, un gruppo formato da mamme che hanno perso un figlio.

Il gruppo nasce circa due anni fa a seguito di un incontro voluto fortemente da alcune mamme e “capitanato” da Don Sasà Santoro (parroco della chiesa della Candelora). Ha una matrice religiosa, ma è anche aperto a tutte le donne di qualsiasi provenienza che si trovano nelle stesse condizioni.

Esso rappresenta per tante mamme una sorta di salvezza, per non piombare nel vortice della depressione che toglie il gusto della vita e lacera la vita familiare e anche per non cadere vittime di persone senza scrupoli (cartomanti…santoni di turno…) che sfruttano la debolezza di tanti genitori illudendoli di poterli mettere in contatto coi loro figli.

Nel gruppo non ci si piange addosso; si asciugano, invece, le lacrime con delicatezza; ci si capisce, senza sprecare mille parole; ci si comprende   e, soprattutto, ci si sostiene e ci si aiuta nel rispetto dei tempi di ciascuno. Si sperimenta nuovamente la capacità di pensare al futuro, di guardare alla vita, agli affetti, ai sentimenti. Si comincia a sperare…ad amare. Quel computer senza dati, di cui parlavamo prima, incomincia ad essere nuovamente programmato…

Il gruppo non vuole rappresentare la “formula magica” per risolvere il dolore per la perdita di un figlio…ma piuttosto un modo consapevole di affrontare le problematiche che la morte inevitabilmente pone e ha come finalità la riconciliazione con Dio, con se stessi, con la vita.

Il gruppo è supportato dalla D.ssa Felletti Elisabetta, psichiatra e psicoterapeuta, che presta la sua opera come volontariato con un incontro settimanale.

Inoltre ogni ultimo mercoledì del mese si celebra una Messa per tutti i figli nella luce nella chiesa della Candelora.

Il Gruppo si riunisce tutti i Lunedì in Via Florio 19 - Reggio Calabria-.

 


 

poesie

La morte non è niente, io sono solo andato nella
stanza accanto.
IO sono IO, voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre, datemi il nome che mi avete sempre dato.

Parlatemi come mi avete sempre parlato, non usate un tono diverso.
Non abbiate un'aria solenne o triste,
continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me. Che il nome sia pronunciato in casa come lo è sempre stato, senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre, il filo non si è spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri? Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?
Io non sono lontano, sono andato solo da l'altro lato del cammino

 


Maria, ascolta la nostra preghiera,
tu conosci il dolore che portiamo nel cuore e lo comprendi.
Anche tu hai pianto per la morte di tuo Figlio e la tristezza ha toccato il tuo cuore.
Intercedi presso Gesù perché dia la vita e la gioia eterna ai nostri figli.
Tu che consoli chi ti invoca, donaci la tua consolazione,
facci gustare la dolcezza della tua presenza, aprici alla speranza perché possiamo manifestare attraverso il nostro dolore che Gesù è la via, la verità e la Vita.

 


CARI GENITORI

 

Vi affido uno dei miei figli per qualche tempo, disse Dio. Amatelo fino a quando la vita non lo abbandonerà. Potranno essere soltanto sette settimane, potranno essere trent'anni, ma vogliate prendervene cura per me fino a quando non sarà giunta la sua ora. E' cosi cari, e anche se rimarrà con voi per breve tempo, il ricordo della sua tenerezza vi sarà di consolazione nel dolore.
Non posso promettervi quale sarà il momento di ritornare a me, quanto tempo occorrerà affinchè questo bambino impari qualcosa "laggiù" nel mondo.
Questo figlio viene ora portato in una terra dalla quale verrà richiamato, affinchè il messaggio e l'insegnamento che Io ho mandato, tocchi le vostre anime. Ho cercato a lungo una coppia che mi piacesse e fra tutti ho scelto voi. Riversate in lui tanto e tanto amore, nessuna fatica è vana, e non odiatemi, se lo richiamerò a me. IO sento già le vostre parole: "Oh Dio, sia fatta la tua volontà, e per la gioia che questo bimbo ci dà, rischiamo il dolore. Lo abbiamo accolto e amato con tanta tenerezza, e la riconoscenza per questo dono meraviglioso, ci colma eternamente..."
Ora però sei venuto, e lo hai chiamato molto prima del previsto Oh Signore, perdona la nostra immensa sofferenza e aiutaci a capire il tuo disegno d'amore.

 


Sono tra le braccia di Dio Padre. Ogni momento è illuminato dalla sua luce e coccolato dal suo Divino Amore.

Il nostro è un breve pellegrinaggio che può durare da poche ore e cent'anni. Tutto questo non accade per caso.... E un disegno Divino...e, pennellata dopo pennellata il capovolavoro è concluso e dobbiamo tornare a casa... tra le braccia amorevoli del Padre. Non si deve perdere tempo, poiché non ci è concesso di sapere né l'ora nè il giorno del nostro ritorno.
Dio Padre ci manda sulla terra con lo scopo principale di amare, non importa se non ricambiati.

 


O mio Gesù, non condannare le lacrime di una madre, Tu che hai pianto per il tuo amico Lazzaro.
Non permettere che mi sfugga nella sofferenza una sola parola che possa dispiacerti.
Dammi la forza di non essere chiusa nell'egoismo del mio dolore e dammi il coraggio di benedire la tua Santa mano in questa prova e di abbandonarmi interamente e senza riserve alla Tua Volontà.

 


Cara mamma, asciuga le tue lacrime, non perdere mail il tuo sorriso, è così che mi piace vederti.
Non rammaricarti per la mia assenza, sono presente nella tua vita come e più di prima, anche se in modo diverso.
Vivi il tuo tempo terreno con la speranza del domani, e ama ancora come hai sempre amato, come quando io ero lì con te.
Sapessi la luce, i colori, i profumi, le musiche che vivo qui.
Saresti felice di vedermi così libero in cieli immensi, ricamati da stelle di cui ignori la bellezza.
Vivi mamma, vivi la vita come dono prezioso, sii felice, ricordami con gioia, pensami come un regalo speciale che il Signore ti ha riservato e vedrai che le nostre anime riusciranno a vibrare insieme, come strumento che suona solo note d'AMORE.

 

   
© Parrocchia Santa Maria della Candelora - Via Domenico Romeo n.5 - Reggio Calabria

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