Chi sono i Giovanissimi di AC secondo il Progetto Giovani
Consideriamo giovanissimi quanti hanno un'età compresa tra i 14 e i 17 anni. Questi limiti cronologici qualificano i giovanissimi come adolescenti, persone in crescita che vivono in una fase di transizione dalla fanciullezza alla giovinezza e all'età adulta. Il periodo dell'adolescenza rappresenta un crocevia obbligato nella vita della persona, una passaggio irrinunciabile da cogliere nella sua specificità, tenendo conto della mobilità storica dei confini generazionali con le precocità e i ritardi che questa comporta, senza limitarsi a definire l'adolescente in termini negativi: non è più un ragazzo, non è ancora un giovane. (Progetto Giovani, pag 85)
Un'AC a misura di giovanissimi è allora disponibile ad un rapporto di amicizia significativo e gratuito, capace di condividere la fatica e la gioia dei giovanissimi nel cammino dall'identificazione all'identità, dall'indifferenza o rifiuto per cose e persone fino alla scoperta del loro significato e valore; un'amicizia che si fa condivisione soprattutto perché i desideri si trasformino in progetti e i giovanissimi scoprano la libertà e la dignità dell'essere figli di Dio. (Progetto Giovani, pag 102)
Esperienze concrete di servizio! Gruppo GVV
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- Categoria principale: Azione Cattolica
- Pubblicato Martedì, 10 Maggio 2011 21:41
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Nel corso di quest’anno le nostre riunioni si sono basate prevalentemente sul servizio, abbiamo affrontato la discussione diverse volte fino ad arrivare ad esperienze concrete.
I nostri educatori hanno organizzato una giornata per darci la possibilità di renderci utili e realizzare un compito importante che abbiamo accettato volentieri pur consapevoli delle difficoltà ma anche delle gioie che ci porta. Passando dalle parole ai fatti ci siamo ritrovati immersi nella realtà dell’ Unitas Catholica, dove abbiamo potuto incontrare bambini ed adolescenti come noi, che però sono stati costretti a vivere in condizioni ben diverse, per questo abbiamo voluto stare loro vicino anche se solo per giorno.
Arrivati alla casa di accoglienza ci hanno ospitato in una grande stanza, ci hanno dato la possibilità di scegliere quali bambini seguire e infine ci hanno smistato nei diversi piani. C’è chi ha insegnato storia, chi matematica, chi ballato le canzoni e chi assistito ad una lezione di informatica, chi ha fatto le treccine e chi giocato alla playstation, è stato davvero divertente ma la cosa ancor migliore è che tutti ,usciti dalla casa, ci siamo sentiti soddisfatti di quel pomeriggio diverso eppure uguale nella sua normalità. Abbiamo capito allora la particolarità unica di questo giorno in quanto abbiamo potuto scoprire una realtà diversa che ne racchiude altre ancora più peculiari e difficili in cui c’è bisogno di un aiuto di un abbraccio o solo di un semplice sorriso.
La maggior parte di noi ha vissuto quest’ esperienza in maniera positiva pur essendo stato difficile oltre che stancante. Abbiamo dimostrato grande volontà di aiutare gli altri ,ritornando bambini tra i giochi e il divertimento, che ci hanno portato ad avere una maggiore consapevolezza e responsabilità...