Nell'Occidente cristiano pochi pii esercizi sono tanto amati quanto la Via Crucis. Essa rinvia con memore affetto al tratto ultimo del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: da quando egli e i suoi discepoli, « dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli ulivi » (Mc 14, 26), fino a quando il Signore fu condotto al « luogo del Golgota » (Mc 15, 26), fu crocifisso e sepolto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia di un giardino vicino.
La Chiesa ha conservato memoria viva delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni del suo Sposo e Signore. Memoria affettuosa, se pure dolorosa, del tratto che Gesù percorse dal Monte degli ulivi al Monte Calvario. In ogni episodio accaduto durante quel cammino si cela un mistero di grazia, è racchiuso un gesto di amore per noi.
La Chiesa è consapevole che nell'Eucaristia il suo Signore le ha lasciato la memoria sacramentale, oggettiva, del Corpo spezzato e del Sangue versato sulla cima del Golgota. Ma essa ama anche la memoria storica dei luoghi dove Cristo ha sofferto, le vie e le pietre bagnate dal suo sudore e dal suo sangue.
Percorso di catechesi per la via Crucis
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- Categoria principale: Vita Parrocchiale
- Pubblicato Venerdì, 14 Marzo 2014 00:21
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Ogni anno, durante la quaresima, la nostra parrocchia offre alla comunità la possibilità di partecipare ad un itinerario spirituale che, avendo come struttura portante il percorso della via Crucis, di per sé ricco di sapienza e tradizione, si completa con piccole meditazioni specifiche adattate al tema pastorale individuato per l’anno in corso.
L’intero itinerario si compone di 6 vie crucis, che diventano quindi occasione per la comunità per un percorso di “esercizi spirituali”.
Il tema pastorale di quest’anno “VI ANNUNZIO UNA GRANDE GIOIA” ci ha immediatamente introdotto al Natale. Il versetto, tratto dal Vangelo di Luca, ci riporta al capitolo 2, proprio quando l’Angelo appare ai pastori per annunciare la nascita del Messia. Da subito però in questo testo, una contraddizione ci sorprende. Infatti appena dopo l’Angelo aggiunge: “questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2,10-12.).
Il “Dio-con–noi”, il Dio dell’Alleanza atteso per secoli, si è finalmente introdotto nella storia, la salvezza è arrivata. Ma è nelle fattezze di un BAMBINO, l’essere che più di chiunque al mondo, ha bisogno di essere protetto, custodito, accompagnato… Il Dio dei nostri padri, definito “Dio degli eserciti” “ nostra forza e nostro protettore” è finalmente in mezzo a noi e ci attende …in una mangiatoia!
Ci appare dunque da subito chiaro che questa traboccante gioia che è per noi, necessita di una revisione di stili e prospettive.
Nonostante i duemila anni che ci separano dall’evento, è un’operazione sempre piuttosto difficile e faticosa quella di rinunciare ai nostri desideri (e forse anche bisogni) di incondizionata e pacificante “delega”, per assumerci la “fatica” di essere custodi e collaboratori di Dio e del suo progetto di salvezza.
Alle soglie della Quaresima siamo ormai perfettamente consapevoli che questo annunzio ci coinvolge, che la “grande gioia” è un tesoretto vero, che però ci impone di trasformarci in abilissimi e generosi investitori di ogni nostra risorsa.
In questo nostro percorso di “riqualificazione” ci faremo aiutare da una pagina evangelica che con identica forza ci stupisce e ci smarrisce. Capitolo 5 del vangelo di Matteo. Le Beatitudini.