Visita al Monastero di Ortì
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- Pubblicato Domenica, 29 Gennaio 2012 14:58
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I RECIDIVI
Ci sono ricaduti ! Un anno fa, di questi tempi, avevano messo in funzione la "macchina del tempo"; erano saliti al monastero d'Ortì, avevano condiviso Celebrazione, incontri e pranzo; si erano rivisti dopo lunghi anni passati a metter su famiglia; si erano ripromessi di vedersi ancora, dopo un anno, allo stesso posto, ma pochi, forse, ci credevano veramente.
E, invece, eccoli lì, i ragazzi del gruppo parrocchiale di tanti anni fa, accolti da una magnifica giornata di sole, con una temperatura gradevolmente fresca, ammaliati dallo spettacolo dello Stretto, fatto di luci, ombre, azzurro e verde macchiato dalle chiazze di buoi ruminanti. L'allegro vociare dei bambini, finalmente liberi dalle cinture di sicurezza, condiva i saluti e le presentazioni delle new entry.
E poi, il silenzio del tempio, maestoso nei suoi particolari in un misto di pietra e mattone; incompleto ma pieno di pregevoli soluzioni che sposano l'antico e il moderno; con le canne luccicanti dell'organo nuovo posto sul portale.
Pian piano si prende posto, si comincia a risentir la voce di don Nuccio Santoro e il canto soave delle suore in un'atmosfera di pace e riconciliazione con se stessi e con i fratelli. Si passa in un batter di ciglio, dall'edificio chiesa all'edificio mensa, attraversando i portici che danno al chiostro interno.
E qui comincia una corsa alla solidarietà, tutti sono chiamati a dare il proprio contributo, e nessuno si tira indietro, bimbi compresi. Chi apparecchia, chi accende il forno, qualcun altro si occupa della logistica e qualcun altro fa il giro delle sedie affinché il fratello le trovi già calde quando sarà il momento di mettersi a tavola. L'allegria viene da se, i racconti s'intrecciano e i ragazzini fanno sentire la loro presenza.
Poi tutti da suor Maria Amata a parlare ed ascoltare: cosa si dice in parrocchia, le attività, i gruppi, il nuovo parroco e poi la politica economica, la televisione, la storia del vecchio e nuovo monastero in riflessioni sempre allegre e spiritose come non ti aspetteresti; e ti rendi conto che una suora chiusa in un monastero è aperta al mondo, non vive isolata, ma con la forza della preghiera, è parte integrante della comunità operante.
Il tempo vola, l'ora concessa è finita, per questa volta. Si raccolgono le cose, si mette in ordine, per la pulizia ci pensano i bimbi: magia dell'aria che si respira, forse, ma tant'è che chi era partito da Reggio con mille pensieri e frustrazioni, come d'incanto, è sereno. E' bello vedere tanti volti, tutti i volti, con un grande sorriso. Il monastero è così vicino alla città che bastano pochi minuti di macchina per arrivarci; è così vicino che lo si può vedere spesso guardando in alto sulle colline, eppure il tempo e lo spazio appartengono ad un'altra dimensione. Questo è proprio un invito: prendi accordi, informati sugli orari e sali al monastero, coinvolgendo amici e parenti, il successo è assicurato e la voglia di tornarci è garantita...come faranno loro, il prossimo anno...di questi tempi.
Pietro Cavò