Donne e uomini capaci di guardare con gioia al futuro
Non da oggi soltanto, voi siete in cammino
“Il vostro è un lungo pellegrinaggio, che ha attraversato la storia di questo paese venendo da lontano. (...) Quanti uomini e donne ricchi di santità hanno segnato il vostro cammino! (...) Sono uomini e donne di ieri che hanno posto il seme perché voi, adulti di oggi, siate pronti ad assumere le vostre responsabilità di fronte a questo difficile ed affascinante presente. Vi esorto a continuare nel vostro impegno di essere pellegrini di speranza solleciti per le sorti di ogni donna e di ogni uomo che incontrate sulla vostra strada. A tutti sappiate indicare Gesù Cristo quale amico e consolatore di ogni umana miseria e come trascendente Signore della storia”.
Adulti si diventa
L’essere adulti non è una condizione che si acquisisce semplicemente con l’età. E’ piuttosto una identità che va formata entro l’ambiente in cui si è chiamati a vivere, avendo saldi punti di riferimento. L’essere Cristiani adulti è una vocazione che va riconosciuta, accolta ed esercitata.
"Voi percorrete gli itinerari della storia insieme"
"Questo vostro associarvi è stato riconosciuto dal Magistero come una forma di ministerialità per la Chiesa locale, al fine di servirla nella diocesi e nella parrocchia, come anche nei luoghi e nelle situazioni in cui le persone vivono la propria esperienza umana... rafforzando il primato della vita spirituale, siete chiamati a recare il vostro contributo all'edificazione della chiesa come "casa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie" (Christefidelis Laici, 26).
Occorre, per questo, impegnarsi ad essere una casa viva, dove ogni membro si sente parte di un'unica famiglia. Ciascuno dovrà portare i propri doni, le proprie competenze. Nessuno deve sentirsi inutile o di peso, giacché ad ognuno il Signore assegna un compito. La Chiesa diventa ricca di energia apostolica quando questi doni particolari sono posti al servizio di tutta la comunità".
"In questo si esprime la vostra missionarietà":
Costruire la Chiesa e annunciare il Vangelo
"Il vostro aggregarvi all'Azione Cattolica sia inteso come servizio alla crescita della comunione ecclesiale come organica solidarietà tra tutti i componenti della chiesa locale con il compito di adoperarvi con tutte le vostre forze a che si rafforzi sempre più la comunione tra tutte le Chiese che sono in Italia e fra queste la Chiesa di Roma, che presiede alla carità. E' nella natura stessa della vostra Associazione il legame inscindibile con la Gerarchia, con il successore di Pietro in particolare. Già il Concilio Vaticano II aveva assegnato all'Azione Cattolica un ruolo necessario per l'implantatio ecclesiae e lo sviluppo della comunità cristiana (Ad gentes, 15). Ciò significa per voi, oggi, riappropriarvi di quella missionarietà necessaria anche per le Chiese di antica cristianità. Come ho detto nella Redemptoris missio, ci sono interi gruppi di battezzati che hanno perso il senso vivo della fede o addirittura non si riconoscono più come membri della Chiesa, conducendo un'esistenza lontana da Cristo e dal suo Vangelo (n.33)".
Fare cultura e operare per il bene comune
"La vostra formazione sia sempre più attenta ed aperta ai problemi che la società oggi pone. E sia capace di creare quella cultura politica che opera sempre e comunque per il bene comune e la salvaguardia dei valori. Una cultura che sappia ripartire dalla vita umana".
La buona battaglia … una sfida educativa da vincere
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- Categoria principale: Azione Cattolica
- Pubblicato Lunedì, 21 Marzo 2011 19:42
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Primo incontro: 8 Febbraio 2011
Adulti coerenti e … controcorrente
Educatori che vivono nel quotidiano lo spirito dl Vangelo
Introduce l’incontro Giovanna Canale, coordinatore della Commissione Comunicazione di AC
Nella lunga e profonda conversazione con Giovanna Canale, una riflessione ci ha colpito in maniera particolare: è l’immagine di un laico in ricerca, disposto a lasciarsi sorprendere da un Dio che si rivela in maniera inaspettata nei nostri luoghi, qui ed ora, nel frammento di mondo e di tempo in cui viviamo. Dio ha preso posto in mezzo a noi, abita la nostra terra, che diventa quindi la nostra Galilea. Allora è impossibile non lasciasi conquistare da Lui e la fede diviene passione profonda ed autentica. Proprio su questa passione si deve ancorare la coerenza, non su un’intransigenza indossata come un abito, con volontà e fermezza, affinchè si trasformi in gioia di aderire pienamente a Cristo per vivere da risorti.
Certo questo è difficile in una realtà che in maniera sottile e pervasiva ci trascina in una vita frettolosa e spicciola alla rincorsa delle piccole necessità quotidiane, una progressiva mondanizzazione che spegne la speranza e la tensione verso l’alto.
L’esortazione è di recuperare la prossimità a Cristo, vivendo la sua presenza attraverso i nostri stessi sensi, come indicato da Pisarra nelle suggestioni del suo libro “Il giardino delle delizie” : recuperare l’ascolto della Parola e la bellezza del silenzio, che è libertà dal frastuono che la copre; la vista intesa come esercizio attento a guardare con gli occhi dell’anima; riscoprire il gusto del desiderio della dolcezza di Dio, che viene ad abitare in noi attraverso l’Eucaristia; l’olfatto che è si profumo del sacro, ma anche l’essere profumo di Cristo nella gratuità del servizio; il tatto che diviene contatto, esercizio di relazione intensa e accogliente.
Per riuscire in questo è necessario educarsi a riscoprire il valore dell’essenzialità e della preghiera, è necessario “aderire alla persona di Cristo” come i tralci e la vite dell’efficace immagine evangelica, per vivere da risorti e rendere ragione della speranza.
Laici che si riappropriano di un’identità forte acquisita con il battesimo, un’umanità nuova che oggi soprattutto, ci vuole “operai instancabili della sua vigna”, umili e grandi nel contempo, impegnati nell’ordinario, custodi, cui tutto è affidato.