Azione Cattolica
Esperienza all' "Oasi Città Aperta"
- Dettagli
- Categoria principale: Associazioni Parrocchiali
- Pubblicato Mercoledì, 24 Febbraio 2010 08:37
- Visite: 2580
Sabato 6 Febbraio è stato un giorno davvero speciale; una giornata che ci ha lasciato in regalo stupore, entusiasmo e che - almeno un po' - ci ha messo in crisi. Insieme al parroco, con alcuni dei responsabili dei giovani e giovanissimi di AC, siamo stati a Troina, in provincia di Enna, per visitare il centro "Oasi Città Aperta", un grande progetto di solidarietà e competenza scientifica.
L'Oasi nasce circa cinquant'anni fa grazie all'intuizione di Padre Ferlauto che, allora giovane prete, sente la necessità di costruire una casa accogliente in cui dare ospitalità a disabili mentali perché "in balia degli altri, meno autonomi e più emarginati". L'impegno scientifico nell'assistenza sanitaria dei disabili è accompagnato - guidato, direi - da una grande fede nell'amore di Dio; un amore incarnato, generoso e profetico. È proprio per questo insieme di valori, per la proposta "alta e altra" di vocazione al servizio che abbiamo immaginato l'Oasi come una occasione di riflessione, ed eventualmente di missione, per i giovani della nostra Parrocchia. Trasmettere l'entusiasmo di un sogno che diventa progetto e dunque segno è il fulcro dell'esperienza di Troina; sarebbe davvero un grande dono se i nostri giovani riuscissero a comprendere, attraverso l'esperienza siciliana, come il nostro poco può diventare tanto tra le mani di Dio.
"Ognuno è qualcuno da amare" è la frase che dà il senso della vita all'interno dell'Oasi e riassume efficacemente il messaggio che l'Oasi vuole portare avanti. Nel corso della nostra visita, dopo aver scambiato qualche parola con Padre Ferlauto e Mons. Costanzo - ex-assistente nazionale di AC "casualmente" di passaggio dal'Oasi - abbiamo potuto ammirare la bellezza di questa Città Aperta in cui i malati sono accolti; le sale, i giardini, un teatro, la chiesa: tutti spazi curati fin nel minimo dettaglio, per dare la possibilità ai più sfortunati di poter comunque vivere l'esperienza del bello, anche nella malattia.
Ciò che distingue l'Oasi dalle tante opere "sociali" è la grande fede che anima i luoghi e le persone che lì vivono la loro vocazione; una fede vissuta e trasmessa in modo originale (per esempio, la metafora di Dio come "azionista di maggioranza nella vita dell'uomo" e la consacrazione della Chiesa a "Cristo Socio" - in latino socius significa "amico") agli operatori, ai visitatori, agli ammalati. Poco prima di risalire sul pulmino per tornare a casa, ci siamo salutati con gli amici dell'Oasi appena conosciuti, con Padre Ferlauto e con la dott.ssa Cento - una dei medici dell'Oasi e amica di vecchia data dell'AC - ripromettendoci di costruire insieme un altro segno di speranza (ma non facciamo anticipazioni...!) che possa gridare, una volta ancora, che "ognuno è qualcuno da amare".
{oziogallery 154}