La Riflessione di Don Sasà
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- Pubblicato Lunedì, 12 Ottobre 2009 09:07
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I diritti dei deboli non sono diritti deboli!
Avrebbe dovuto essere un giorno di festa, questa domenica, 11 ottobre 2009 ...!
Un giorno di festa per la comunità di S. Venere, che, ormai da qualche settimana, si sta preparando ad accogliere il dono di un nuovo pastore, anzi ... il dono di una comunità sorella - quella della nostra Parrocchia - a cui la Provvidenza ed il discernimento del Vescovo l'ha gemellata ...
Un dono, appunto, per "noi" della Candelora, che nella gioia e nella disponibilità del servizio, avevamo quasi "azzerato" ogni nostra attività, per stringerci a d. Tonino ed accompagnarlo nella solenne Celebrazione Eucaristica con cui, oggi, avrebbe inaugurato il suo ministero pastorale, proprio a S. Venere ...
Un dono, certamente, per lo stesso d. Tonino, che il Signore ha voluto affidare alla nostra amicizia ed alla nostra "famiglia parrocchiale" perché, con la sua presenza, ci ricordasse - proprio coinvolgendoci nella splendida avventura del servizio alla parrocchia di S. Venere - che ... la chiesa è per sua natura missionaria, e, qualora dimenticasse di esserlo ... finirebbe per vanificare la sua stessa esistenza ...
Un dono anche per me, che sento "forte" non solo la gioia (carica di stupore e gratitudine) di accompagnare un giovane prete ad essere ..."sempre più prete" - nell'entusiasmo del sogno, e nella semplice e "feriale" (ma mai banale!) fedeltà dell'impegno - ma anche la responsabilità di ricordare - a me ed ogni fratello e sorella che mi sono affidati - che ".. Dio ama chi dona con gioia " (2Cor 9,7), e che nella fiducia coraggiosa e nell'obbedienza serena e pacificante al Signore ed alla Chiesa, risiede ed è custodito ogni nostro desiderio e trova "corpo" ogni nostro progetto...!
Avrebbe dovuto essere un giorno di festa ...
E, forse, lo è stato, anche se non come avremmo desiderato o pensato!
Non avremmo davvero pensato - né io, né d. Tonino - di doverci "precipitare" in ospedale, sabato sera, assieme al nostro Arcivescovo, al Vicario Generale e ad altri confratelli, per verificare di persona quanto realmente grave fosse la notizia - che ci era giunta, fulminea ed inesorabile - del tremendo incidente occorso alle Suore di "Maria Bambina" che vivono proprio a S. Venere, condividendo quotidianamente le gioie ed i dolori, le solitudini e le speranze di quei nostri fratelli ed amici!
Non avremmo certo immaginato che il nostro primo "incontro" con quella comunità (che, pure, sentivamo già di amare tanto e di voler servire con tutto il nostro cuore) sarebbe passato attraverso l'esercizio del ministero della consolazione (il ministero "più bello", se posso dir così, per un prete!) e nella condivisione di un dolore che - fatalmente ma anche provvidenzialmente! - riduce all'osso ogni parola umana, mentre schiude il cuore all'ascolto di una Parola di Speranza e di Vita che amplifica gli spazi - già infiniti! - dell' Amore e rende possibili e vere le amicizie, autentici e costruttivi i legami, sia pur mettendoli alla prova come l'oro nel crogiuolo (cfr. 1Pt 1,6-9 ).
Sono trascorse "solo" ventiquattrore ma ... faccio fatica a mettere ordine tra sentimenti ed emozioni, sguardi e silenzi, domande, inquietanti e "mute", ed abbandono faticoso e sereno alla volontà del Signore!