Incontri di Lectio Biblica
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- Categoria principale: Vita Parrocchiale
- Pubblicato Lunedì, 02 Novembre 2009 22:35
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QUARTO INCONTRO
Isaia 55,1-13 1 O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. 2 Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. 3 Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. 4 Ecco l'ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. 5 Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha onorato. 6 Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. 7 L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. 8 Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. 9 Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. 10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. 12 Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. 13 Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà.
Meditazione
- v. 1. All’inizio del capitolo sembra di sentire il grido dei venditori di acqua e di altri beni che reclamizzavano i loro prodotti al mercato. È strano, però, questo modo di collocare sulla piazza i prodotti reclamizzati. Non c’è compravendita, non c’è mercato. Siamo in un contesto di totale gratuità. Il vino è simbolo della gioia che deriva dalla presenza di Dio nel cuore dell’uomo; nella Bibbia il paese dove scorre latte e miele è la terra promessa. Allora la promessa di Dio non è altro che la Sua presenza nel tuo cuore e questa ti viene donata gratis.
In questo primo versetto per tre volte si dice: “venite”. Che bello quando qualcuno ti dice: “vieni, passa da me, ti devo dire una cosa bella!”. È come se ti facesse entrare nel suo mondo; se poi te lo dice una persona che ti vuole bene, è certo che ti donerà le cose migliori. “Vieni”…e nasce dentro di te l’attesa di una novità; “vieni”…e già pregusti – senza conoscerla – la bella notizia che ti regalerà (certo, a volte accade anche il contrario, ci viene catapultata addosso qualche brutta sentenza, ma nel nostro passo c’è un annuncio di gioia).
- v. 2. Perché pesate denaro? Fino al tempo persiano non si usò metallo coniato. Il denaro consisteva in pezzi di metallo prezioso (oro o argento) che veniva regolarmente pesato prima di procedere alla conclusione di una transazione commerciale.
Perché faticate? La radice yg? denota una situazione di stanchezza sul piano materiale, il lavoro fino ad essere stanchi, da cui l’essere esausto e spossato. La preposizione be indica la realtà attorno alla quale ci si affatica (la terra: Gio 24,13; il vino: Is 62,8; il fuoco: Ab 2,13, il nulla: Ger 51,58 ) o con la quale ci si stanca. Al contrario, Yhwh non si stanca (Is 40,28) e aiuta gli spossati (Is 40,30) a non affaticarsi più (40,31).
Dio si stanca soltanto per le malefatte del popolo (Is 43,22-25: Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele. Non mi hai portato neppure un agnello per l’olocausto, non mi hai onorato con i tuoi sacrifici. Io non ti ho molestato con richieste di offerte, né ti ho stancato esigendo incenso. Non mi hai acquistato con denaro la cannella, né mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici. Ma tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità).
Anche il Servo di Yhwh, come il Signore, si affatica nella sua dedizione a beneficio del popolo (Is 49,4: Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio.).
Lo stesso Israele si è sfiancato nell’idolatria (Is 57,10) e per questo la deportazione da Gerusalemme, che si può configurare come la giusta punizione per l’allontanamento da Dio, si traduce in una forma di schiavitù, con un giogo di vessazioni e lavori pesanti che sfinisce senza posa (Lam 5,5).
La promessa di Yhwh, comunque, assicura che le fatiche di Israele saranno ripagate (Is 62,8: Il Signore ha giurato con la sua destra e con il suo braccio potente: “Mai più darò il tuo grano in cibo ai tuoi nemici, mai più gli stranieri berranno il vino per il quale tu hai faticato. Is 65,23: Non faticheranno invano, né genereranno per una morte precoce, perché prole di benedetti dal Signore essi saranno e insieme con essi anche i loro germogli..
Perché vi date tanto da fare, sciupate tante energie, il vostro patrimonio esistenziale (intenzioni, attività, affetti) per ciò che non serve? Allora qui potremmo chiederci (domanda tipicamente quaresimale): quello che faccio nella mia vita ha un senso? Mi costruisce e costruisce? Quali cose inutili o dannose io faccio? (Fumo, televisione/ lettura, conversazioni spirituali). Cercate ciò che è eterno, ciò che ci porteremo dall’altra parte. Il CV II dice che quanto di buono, nobile, santo avremo costruito quaggiù ce lo ritroveremo amplificato e perfezionato in Paradiso. Vale la pena faticare per le cose sante!
- Gusterete cibi succulenti è: “vi diletterete col grasso”. Un invito a mangiare le “frittole”… Il grasso era considerato prezioso e prelibato e nei sacrifici era riservato a Dio. Ger 31,14: Sazierò di grasso l’anima dei sacerdoti e il mio popolo abbonderà dei miei beni. È interessante notare che al popolo viene destinato lo stesso cibo dei sacerdoti, lo stesso cibo di Dio (è chiaro che Dio non ha bisogno di cibo, ma è il tentativo dell’uomo di dire che a Dio vanno offerte le cose migliori). Il profeta afferma che all’uomo viene donata quella beatitudine che è la stessa vita di Dio. Che fa Dio durante il giorno? Gode di una gioia senza limiti, senza stonature: ecco, questa stessa gioia viene partecipata all’uomo.
- I primi imperativi certamente vanno compresi in senso metaforico (non si tratta tanto di acquistare un alimento e mangiare, quanto di interiorizzare un messaggio); in senso proprio, cioè letterale, è da prendere l’invito ad ascoltare: tuttavia anche questo ha come scopo ultimo quello di saziarsi e godere.
Dunque “ascoltatemi, così che possiate saziarvi” (è l’ascolto che appaga il nostro cuore: quanto a volte una parola ci sazia più di mille beni!); “porgete l’orecchio, così che viva il vostro cuore”. Mai prima d’ora il profeta aveva motivato in questo modo gli appelli urgenti ed appassionati ad ascoltare il suo messaggio. Qui lui dice veramente qualcosa di diverso da quanto ha detto finora. Prima il profeta ha annunciato la liberazione da Babilonia e il ritorno in patria; adesso aggiunge: vi attende la pienezza della vita. Ed è molto di più.
L’ascolto produce la vita. Quaresima, tempo di ascolto. Noi siamo troppo abituati a sentire noi stessi, i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni: dobbiamo abbassare il volume della nostra stazione. Ascoltare di più la Parola di Dio, che è parola di vita. A volte siamo stolti. Ascoltiamo altre voci e ci perdiamo. Ascoltiamo la voce del peccato, per esempio, che si articola in tentazione, compiacimento, consenso. Mi balena un pensiero, mi solletica l’idea di fare o dire quella cosa, la compio.
- v. 3 Un’alleanza eterna. Davide vuole costruire una casa per il Signore, ma sarà Dio a dargli una casa, cioè una dinastia, la cui caratteristica fondamentale è la stabilità. Bene, questa alleanza adesso viene fatta con tutto il popolo. Il popolo è trattato da re. Dio ci tratta da re.
A volte noi ci sentiamo maltrattati dal Signore; no, semmai siamo maltrattati dalla vita. Il Signore ci tratta sempre da re. Lui perdona. È la natura che non perdona se tu la maltratti; se tu agisci contro natura essa si ribella e ti aggredisce. I disastri geologici ne sono la dimostrazione. Quando mi sono sentito trattato come un re dal Signore? Con quali ornamenti ha impreziosito la mia vita? I figli, il marito, la parrocchia. Quali sono i doni di Dio più cari?
- Vorrei provare a spiegare il concetto di alleanza, che attraversa tutto l’AT. Mi riferisco agli studi di P. Bovati.
Il termine stesso indica un patto, un impegno tra due parti. Dio fa alleanza con Noè, con Abramo, con Mosè, con Davide. Mentre l’alleanza con Mosè insiste sulle condizioni umane e impone obblighi (i comandamenti, i precetti della Legge), le altre insistono sull’aspetto divino, sul favore di Dio che non viene meno anche se l’uomo risulta inadempiente. Ma la nuova allenza di cui parlano i profeti va ancora oltre. Geremia parla di un’alleanza scritta sul cuore, non su un documento di pietra o di carta.
Le tavole di pietra erano un simbolo esteriore di ciò che adesso si realizza; erano una «figura», imperfetta, perché (a) le tavole si possono «rompere»; (b) vengono messe nell’arca, e quindi tolte dalla vista, con il rischio di essere dimenticate; (c) suppongono la lettura, operazione certamente non universale, a causa dell’analfabetismo diffuso, dell’oggettiva difficoltà di decifrazione della grafia e a motivo anche della scarsità delle copie disponibili. Inoltre, le tavole della legge non appartengono alla struttura essenziale dell’uomo, sono infatti a lui esterne, poste davanti; da qui il problema della difficile interiorizzazione di una parola scritta su tavole di pietra.
La scrittura sul cuore – tatuaggio indelebile – è una operazione definitiva. L’Israelita quindi (a) non sarà più costretto a scrivere la legge sugli stipiti delle porte, oppure a legarsi sulla mano la Tôrah scritta o collocarla tra gli occhi (Dt 6,8-9; 11,18-20), perché l’avrà sempre presente: il cuore infatti è la sede della memoria, dell’intelligenza, della decisione d’amore; non ci sarà più bisogno dell’arca (Ger 3,16), perché sarà il cuore a custodire la legge.
Ancora, In Ger 17,1 il profeta diceva: «il peccato di Giuda è scritto con uno stilo di ferro, con una punta di diamante è inciso sulla tavola del loro cuore e sui corni dei loro altari». Con questa immagine il profeta esprimeva il dramma di un cuore straordinariamente duro,ostinato nel male, che rendeva inevitabile la tragedia. In Ger 31,33 abbiamo una radicale trasformazione di questa figura negativa: dicendo che il Signore scriverà la sua legge sul cuore degli Israeliti, il profeta annuncia che Dio li renderà capaci di bene, atti alla conoscenza del Signore; di conseguenza la storia dell’alleanza si dispiegherà in benedizione.
Ciò che il testo vuole quindi sottolineare è il passaggio da un sistema di insegnamento mediato da uomini, nella esteriorità quindi della relazione, ad una realtà nella quale Dio stesso si fa conoscere, direttamente e perfettamente. La nuova alleanza avviene quando il maestro se ne va, quando simbolicamente muore. Essa si realizza quando al maestro esteriore si sostituisce l’esperienza personale, il possesso intimo della verità (alcuni parlano in questo caso di «maestro interiore», che è da identificarsi con la verità a cui liberamente si acconsente). Questa è la linea della nuova alleanza che si sviluppa tematicamente mediante il simbolo del cuore che conosce o dello spirito del Signore che diventa principio di intelligenza e di azione buona.
- v. 6. Mentre si fa trovare. Questo è il tempo adatto perché ciò accada. Questo è il tempo adatto per convertirsi. Il Signore si fa trovare nella condizione di Servo, di Cristo pasquale, di uomo che soffre per noi. Lì troviamo il Signore, nei malati, nella gente che soffre e si offre per amore. Attenzione alla sofferenza in questo periodo.