"TALITA' KUM" Io ti dico alzati! (Mc 5,41)
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- Pubblicato Martedì, 18 Dicembre 2012 20:12
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Dal Vangelo di Marco, cap 5.
Una piccola folla agita la scena. Si è sparsa la voce che lungo le rive del lago sta passando un maestro, forse un profeta.
In una casa poco lontana si sta consumando un dolore. Una bimba è gravemente ammalata, forse non ce la farà. Anche in un'altra casa la malattia e il pregiudizio stanno rosicchiando gli ultimi lembi di vita e una donna, con la sua insanabile emorragia (al tempo segno di maledizione e impurità!) è ormai allo stremo.
Bisogna uscire, provare a vedere se è proprio questo maestro di passaggio che può cambiare questi logori brandelli di esistenza, in vita vera. E così, da strade diverse, i due destini, quello di Giairo, papà della bimba, e quello di una donna stremata, si incrociano.
La donna sa che non le è consentito "contagiare" con la sua impurità, ma il suo cuore ha la certezza che quel "contatto" può davvero dare una svolta alla sua vita. E allora, va e "tocca" il Maestro.
Anche i genitori della bimba si sono messi in cammino sperando in questo contatto . E mentre stiamo quasi per esultare per la guarigione della donna dalla sua emorragia, una notizia ci raggiunge e ci raggela: la malattia ha avuto il sopravvento, la fanciulla è morta. Siamo dunque usciti invano?
Il Maestro stesso allora ci sorprende nell' incontro. "Andiamo!"
Davanti ad una bimba ritenuta morta, Gesù ( è Lui il maestro che abbiamo incontrato) prende la piccola mano e sussurra: " TALITA' KUM" cioè "fanciulla io ti dico alzati!" svegliandola da un sonno mortale.
Eccola qua allora la nostra fede, come la loro: un dono ricevuto, come la visita del Maestro lungo quelle sponde, ma che necessita del nostro andare per diventare un incontro che cambia la vita.
Ed eccoci ora davanti al presepe.
Un annuncio nella notte: " Adeste fideles!" cioè "Svegliatevi, alzatevi voi che ricevete la notizia"!
Nella notte è nato un bambino, identico a qualunque altro bambino, anzi, meno attraente, perché è in una rimessa per animali, una stalla, un posto dove non ci si aspetterebbe di trovare qualcuno degno di attenzione.
E allora ci devi credere che quell'incontro può cambiarti la vita e, dopo che ci credi, devi alzarti e andare!
Una porzione di cielo è scesa sulla terra, ma quel poco di blu che sbuca sullo sfondo con la sua minuscola cometa, devi andarlo a scovare! Come pure quella piccola mano, che sporge da una mangiatoia, è protesa per afferrare la tua, la mia, intorpidita o addormentata...ma devi andarla ad afferrare! E bisogna mettersi in movimento, bisogna uscire, anche se è notte, anche se è irragionevole (ma la bimba è già morta!), anche se è incauto (un' impura deve stare a distanza, altro che andare a toccare!).
Sì, la fede è un dono, ma sta a noi decidere se relegarlo fra i tanti pacchetti ricevuti e mai scartati, o se tirarlo fuori e scommetterci su, come quella donna e quei genitori nel racconto del Vangelo di Marco e come i Magi, che partono da molto lontano, e sono disposti ad un viaggio lunghissimo e rischioso, ma pronti a giocarsi tutto per un incontro, solo per quello.
Nel cuore della notte del presepe, un piccolo mondo si sveglia. Le case si illuminano, i mestieri si attivano, i pastori con le loro greggi si muovono, abbandonano la sicurezza delle mura della città per qualcosa di incerto e forse di poco credibile...ma bisogna andare.
Sì, ADESTE FIDELES! perché il Dio Bambino, ve ne siete accorti? è proprio qui e sta sussurrando all'orecchio di ciascuno di noi "TALITA' KUM", per un incontro che rinnova la vita, adesso.
Buon Natale e Buon Cammino (scomodo) a tutti!