Messaggio all' AC del nuovo Assistente Generale Don Sasà
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- Pubblicato Sabato, 22 Marzo 2008 18:11
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Don Sasà Assistente Generale AC
... portiamo questo tesoro in vasi di coccio, affinché appaia che la straordinaria sua forza proviene da Dio e non da noi .."
( 2Cor 4,7)
Carissimi, accierrini, giovanissimi, giovani, adulti dell'AC, fratelli e sorelle,
vi confesso che ho pensato a lungo a come "introdurre" questo mio primo messaggio a voi da Assistente Unitario, da quando, cioè, mons. Arcivescovo (che, da subito, desidero ringraziare sia per la fiducia che mi accorda sia per l'affetto grande che, a me ed a tutta l' AC, da sempre, riserva) mi ha consegnato a voi tutti, affidando al mio ministero di amico prete la bella e grande famiglia dell'Azione Cattolica Diocesana!
Credetemi: per quanto avvertissi, forte, la necessità - carica di emozione ed affetto - di inviarvi subito "due righe", così, semplicemente da amico ad amici, desideravo, però, anche ( e, direi, essenzialmente!) di avvicinarmi a tutti ed a ciascuno in punta di piedi, con l'entusiasmo del sogno ma anche con la fedeltà ed il realismo dell'impegno, per condividere con voi - con tutto il mio cuore - le emozioni di questi giorni, gli oggettivi timori per ciò che il Signore mi sta chiedendo, attraverso l'obbedienza al discernimento sapiente del nostro Vescovo, ma anche la gioia e la serenità di chi, come voi, impara, ogni giorno, a fidarsi di Dio e, per questo, ad affidarsi a Lui, confidando nel suo abbraccio benedicente!
Ho pensato a lungo; e ho pregato a lungo, per voi e, un pochino, anche per me!
E il Signore ha risposto alla mia richiesta di aiuto, facendomi balenare nella mente e nel cuore quel versetto stupendo e tremendo di Paolo, con cui ho iniziato questo scritto: " ... portiamo questo tesoro in vasi di coccio affinchè appaia che la straordinaria sua forza proviene da Dio e non da noi ... "
E il Signore ha risposto alla mia richiesta di aiuto, facendomi balenare nella mente e nel cuore quel versetto stupendo e tremendo di Paolo, con cui ho iniziato questo scritto: " ... portiamo questo tesoro in vasi di coccio affinchè appaia che la straordinaria sua forza proviene da Dio e non da noi ... "
"Tesoro - ho subito immaginato - è il dono grande della vita, della mia vocazione, della Chiesa, del mio servizio in AC; ma .... vaso d'argilla?"... "Vaso di coccio - mi son detto - ... sono ... le stesse cose: sono io, sei tu, è ogni cristiano, l'AC, la stessa Chiesa ...!"
Il vaso d'argilla è un utensile che trasuda "profumo di casa", perché - per quanto estremamente umile e fragile - serve per essere utilizzato ogni giorno: non è come un vaso prezioso, un vaso ... non so, d'onice piuttosto che d'alabastro, che - con cura! - si deve custodire in vetrina, ma solo per essere ammirato!
Capite: che grande questo Dio che non si serve soltanto di santi per parlare al cuore degli uomini di ogni tempo (anche del nostro) ma, molto più di frequente, di ... vasi di coccio!
Che grande il nostro Dio che ci ricorda la preziosità delle "cose" umili, fragili, comuni e, tuttavia, mai scontate, ovvie, inutili! ( cfr. Lc 2,46-56)
C'è una grande differenza tra umiltà, fragilità, povertà e ... banalità, inutilità, ovvietà!
Sono certo che tutti noi sogniamo una Chiesa - e, in essa, un' AC - " vaso di coccio", ricca e forte della sua umiltà, fragilità, povertà, e, per questo, libera, audace e profetica, senza mai essere timorosa di apparire - a motivo di questa sua incomprensibile ricchezza - scontata, "fuori tempo", banale, stantia, ovvia, direi prevedibile!
"Vaso di coccio", di argilla che profuma di casa, da utilizzare; non teca preziosa - di onice piuttosto che d'alabastro - bella da ammirare, ma da "maneggiare con cura " !
Un vaso prezioso attira l'attenzione di tutti su di sé; un vaso di coccio, invece, nella sua povertà, semplicemente rinvia a Colui che - Unico! - è, davvero, l'Onnipotente, la " Via , la Verità e la Vita " (Gv 14,6). Penso che per questo Gesù si sia "inventato" la Chiesa, e - allora come oggi - continui a scegliere e chiamare uomini e donne "comuni", fragili, persino di poca fede, come i suoi discepoli, come me, come te, come ciascuno di noi: perché la nostra debolezza fosse trasparenza della sua forza disarmante, della sua tenerezza incommensurabile, della potenza, del tutto incomprensibile, del suo amore che dona la vita!
E penso, anche, che a questo possa servire, nella Chiesa, l'AC: a rendere trasparente, chiaro e non equivocabile che l'efficacia del nostro essere ed agire viene da Dio, non da noi o dai "nostri" strumenti, per quanto utili essi siano.
Vi confesso che in un' AC (o in una Chiesa) di "soli santi" , un'AC ... teca preziosa ... mi sentirei molto a disagio; anzi: mi sentirei fuori posto! Invece un' AC ( ed una Chiesa) di "vasi di coccio" mi piace, mi intenerisce e mi interroga, perché la percepisco "luogo bellissimo" in cui poter fare esperienza reale di accoglienza, tenerezza, fatica, perdono, servizio, profezia, amore ...!
E' questa, amici miei, l'Azione cattolica che, con voi, io "sogno", un‘AC che - sia chiaro - in realtà, è già da tempo su questa strada!
Permettetemi di ringraziare, per questo, assieme a voi, quanti hanno guidato - con sapienza, sacrificio ed amore - la nostra associazione, in questi anni: penso .. ai tantissimi laici ( che bello che il nostro ultimo Documento Assembleare abbia posto, nel suo incipit, una lunga schiera di uomini e donne che, in questi 110 anni di vita dell' Azione Cattolica nella nostra diocesi, hanno formato schiere ben più ampie di fratelli e sorelle, innamorati di Cristo e della Chiesa, prima ancora che dell' AC!) ed ai tantissimi sacerdoti assistenti, parrocchiali e diocesani, padri ed amici di tanti bravi laici, specchio della maternità della Chiesa e maestri della bellezza del confronto e del dialogo, "ingredienti", questi, fondamentali per essere davvero liberi, e che ci qualificano - nel mondo - non solo come credenti, ma anche (e soprattutto) come autenticamente credibili!
Non posso, qui, non ringraziare (ed abbracciare, con commozione ed affetto) in modo del tutto speciale e particolare il "nostro" d. Lillo, la cui pesantissima ma affascinante eredità sono, adesso, chiamato a ricevere e che, sono certissimo, non mancherà di continuare ad essere per me, per il nuovo Collegio Assistenti (che - spero presto - il nostro Arcivescovo ci donerà) per la Presidenza e per tutta l' Associazione, quel punto di riferimento sicuro, discreto, efficace e paterno che in tanti anni di ministero di Assistente Generale dell'AC di Reggio-Bova è stato! Grazie, d. Lillo!
E il grazie, si estende a tutto il Collegio Assistenti "uscente": d. Gianni Polimeni, d. Francesco Cuzzocrea, d. Massimo Laficara, d. Gaetano Galatti, d. Nino Iachino, d. Nuccio Santoro, d. Domenico De Biasi, d. Mimmo Marturano!
Non so ancora quali amici e fratelli il nostro Arcivescovo ci donerà come nuovi Assistenti diocesani: forse qualcuno degli "uscenti" sarà confermato, e qualche altro passerà il testimone ad altri; francamente non è importante chi sarà chiamato a questo servizio delicatissimo, in associazione: ciò che posso dirvi e che - quali che essi siano - sento di poter promettere, anche a nome dei futuri Assistenti, a voi tutti, fratelli e sorelle dell'AC, che continueremo, come chi ci ha preceduto, a metterci accanto a voi ed al vostro servizio. Accogliete, fratelli e sorelle laici, vi prego, questa consegna che vi affido: il giorno della nostra Ordinazione, noi sacerdoti siamo diventati ... preti per sempre: con la vostra simpatia, la vostra testimonianza e la vostra amicizia, aiutateci ad essere ... sempre più preti, preti in AC ( non dell'AC!) e, per questo, preti contenti di essere, con voi, la Chiesa che Gesù ha voluto e vuole, per la quale è morto ed è risorto!
Un pensiero amico e fraterno, vorrei giungesse a tutti i Confratelli Assistenti parrocchiali che, di vero cuore, saluto ed abbraccio: a voi cari Confratelli Parroci chiedo la "carità" di essere accompagnato (io, ma anche il prossimo nuovo Collegio Assistenti, tutta la Presidenza ed il Consiglio diocesano) con pazienza e benevolenza: so bene di essere un "vaso di coccio", ma mi sento più sicuro e sereno se mi starete accanto, correggendo, con verità ed amore, gli errori che potrò commettere, facendomi dono della vostra collaborazione, della vostra esperienza, ed anche delle vostre solitudini o delle vostre preoccupazioni (quante ne abbiamo, noi Parroci! E quanto bisogno abbiamo, anche noi, di essere ascoltati, aiutati, corretti, compresi, nel nostro tanto lavoro e nel poco riposo, nelle nostre sofferenze custodite in "cuori di carne" e nelle nostre letizie, nei nostri gesti profetici e nei nostri ritardi ...): lavoriamo insieme per servire la nostra Chiesa e, in essa, l'AC!
L'Azione Cattolica è un'Associazione di laici, ma non è dei laici: appartiene alla Chiesa! ( ricordate, lo disse il Papa Giovanni Paolo II ai delegati della XI Assemblea Nazionale: " ... Azione Cattolica, non avere paura! Tu appartieni alla Chiesa e stai a cuore al Signore, che non cessa di guidare i tuoi passi verso la novità mai scontata e mai superata del Vangelo"... ).
Ammoniva, ancora, il Papa: " ... la Chiesa ha bisogno dell'Azione Cattolica, perché ha bisogno di laici pronti a dedicare la loro esistenza all'apostolato e a stabilire, soprattutto nella comunità diocesana, un legame che dia un'impronta profonda alla laicità e al loro cammino spirituale ..." : questa consegna, a cui più volte il nostro Arcivescovo (fino ai suoi più recenti e bellissimi interventi, fatti nell'ultima nostra Assemblea Diocesana e, qualche giorno fa, a tutta la Presidenza, nel corso dello scambio degli auguri pasquali) ci ha a sua volta richiamato, non può non essere accolta dal cuore di noi sacerdoti, e sono certo che, con il vostro aiuto, cari Confratelli Parroci, l'Azione cattolica di Reggio-Bova sarà, ancor di più, "strumento", semplice ma efficace, di evangelizzazione nella vigna del Signore!
Amici carissimi, sentendo nel cuore l'annuncio "dirompente" dell'exultet pasquale, desidero, in conclusione, porgere a tutti e ciascuno, a nome di Ettore, nostro Presidente Diocesano, di tutta la Presidenza ed il Consiglio, un augurio sincero perché la "novità" (antica e sempre nuova) della vittoria di Gesù sulla morte - su ogni morte! - pervada la nostra vita, così come la luce del fuoco nuovo pervade e "squarcia" le tenebre della notte, di ogni notte!
Auguri amici miei! Il Signore vi renda felici nel cuore, e doni, a tutti, la gioia di essere - nella Chiesa, in Associazione e ... tra la gente - strumenti credibili di amore profetico, di servizio carico di stupore, di disponibilità a quel "cammino di santità" che, insieme, desideriamo continuare!
Vi voglio bene e vi chiedo la carità di una preghiera: io ... ormai da diversi giorni ... lo sto già facendo, pensando a ciascuno di voi!
Con grande affetto,
d. Sasà Santoro